Impianti d’antenna nel passaggio DVB-T2/HEVC (parte terza)

18/2/2019 13:12:11
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Impianti d’antenna nel passaggio DVB-T2/HEVC (parte terza)

Abbiamo visto come l’impiego dei nuovi standard MPEG4/ AVC, HEVC insieme al DVB-T2 favoriranno il passaggio verso il rilascio della banda Tv dei 700MHz. In questa terza parte del nostro intervento cercheremo di analizzare l’impatto di questo passaggio negli impianti di distribuzione centralizzati e a livello di appartamento o singola unità immobiliare.

Lo faremo attraverso alcune considerazioni sulle coperture territoriali, i sistemi di antenna negli impianti riceventi, la gestione della centrale di testa, l’impianto di distribuzione e l’installazione in appartamento dei ricevitori TV.



Le coperture

La TV digitale cancella l’assioma che un “editore televisivo deve disporre di frequenze proprie”. Il singolo editore deve avvalersi di un “operatore di rete” che nei propri multiplex trasporta editori diversi, in modo neutrale, anche diversificandoli per area geografica. Quindi un “editore di contenuti” deve disporre di capacità trasmissiva messa a disposizione da un “operatori di rete”.

Ora occorre chiederci se l’operatore di rete, su cui migra un editore di contenuti, utilizza lo stesso sito di trasmissione utilizzato precedentemente dallo stesso editore per coprire la medesima area geografica. La copertura sarà quella di prima, dallo stesso sito o da siti di trasmissione diversi?

L’operatore di rete si avvale di una rete MFN (frequenze diverse da siti diversi) o di una rete SFN (stessa frequenza da tutti i propri siti di trasmissione)? Sembra logico aspettarci che tutte le 14 reti tenderanno a divenire sempre più SFN: lo stesso “operatore” dispone della stessa frequenza su tutto il territorio nazionale o almeno a livello di macroregione o sub-regionali.

Poiché non è pensabile, per il livello di investimenti necessari, la realizzazione i nuovi siti di trasmissione, disegnare reti SFN dai siti esistenti non sarà facile. Potremo aspettarci in alcuni casi situazione di echi distruttivi in antenna, già sperimentati all’avvio delle reti SFN che per prime avevano adottato questa tecnologia (Rai Way o Ei in primis).

Altra domanda: che fine farà la banda III?

Questa banda torna ad essere un bene sempre più prezioso, sia in questa fase di drastica riduzione dei mux, sia nella prospettiva che sembra delinearsi all’orizzonte di completare la liberazione della banda UHF a partire dal 2030 (secondo una Decisione Del Consiglio EU nel maggio del 2017) che comporterebbe la completa migrazione della Tv digitale terrestre su altre reti (fibra ottica, 5G, …

Le antenne di ricezione

Tornando ai nostri giorni è allora possibile prevedere la necessità di rivedere, in molti casi, la struttura del sistema di antenna non solo rispetto alle bande (III, IV, V) ma anche della tipologia delle stesse: per esempio pensando alla ricezione a banda limitata e per gruppo di canali.

La direttività delle antenne utilizzate ad oggi sarà ancora sufficiente per diminuire gli effetti di “eco” su una nuova rete SFN?

L’antenna di banda terza serve? E se serve dovrà essere “di canale” o “larga banda”?

I centralini di impianto

La diversa collocazione di siti di trasmissione o il passaggio a nuove reti SFN con gestioni diverse delle antenne potrebbe necessitare, in alcuni casi, una nuova gestione delle centrali di testa: per esempio dovendo “miscelare” singoli mux provenienti da direzioni diverse. Forse avremo bisogno di una minore amplificazione, oppure lo stesso centralino esistente potrà fornire una maggiore potenza sul singolo mux distribuendo la sua potenza tra numero minore di canali. Sarà quindi necessaria, in alcuni casi anche una “taratura” dei centralini esistenti o un loro diverso impiego.

Forse dovremo anche utilizzare dei filtri “passabasso” per “pulire” le frequenze sopra i 700MHz.

Impianto di distribuzione condominiale

Se l’impianto di distribuzione (cavi, partitori, derivatori) ha funzionato fino ad oggi è pensabile che non abbia necessità di alcun intervento vista anche la maggior robustezza del nuovo trasporto digitale DVB-T2. Questo se sono stati ben assemblati i nuovi segnali d’antenna e gestiti correttamente nel centralino di testa.

La distribuzione in appartamento

Anche la distribuzione in appartamento non dovrebbe, dal punto di vista televisivo, avere necessità di intervento. Piuttosto cresce sempre più la necessità di “interagire” con altre reti di trasporto (ultra-larga banda, fibra ottica, reti fwa, 5G …) per consentire all’utente accessi a servizi diversi e multipiattaforma sui propri terminali. In questa direzione il mercato si amplia e diventa interessante. Anche perché se l’impianto sarà “trasparente” verso i nuovi passaggi tecnologici che si stanno quotidianamente concretizzando e che diventeranno sempre più stringenti. Prevedere vuol dire anche ottimizzare l’investimento dell’utente: ottima assicurazione per dare futuro al nostro rapporto con lui.

Ricevitori di utente

L’adozione dei nuovi standard DVB-T2 e MPEG-4/AVC, HEVC, richiede adeguamenti del parco dei ricevitori d’utente. La strategia di passaggio deve avvenire quanto più gradualmente possibile e gestita in modo chiaro a livello di direttive commerciali. Dal giugno 2017 una legge proibisce la vendita di apparecchi TV che non siano in grado di ricevere DVB-T2 e HEVC.

Ma una ulteriore spinta all’adozione da parte dell’utente di questi nuovi terminali “smart” sta nella possibilità di poter lavorare con contenuti diversi provenienti da reti diverse: un terminale “multipiattaforma” che, se correttamente installato e collegato, consente all’utente di accedere a servizi in modo “facile” indipendentemente dalla complessità delle reti che in esso si “incontrano”. Aumentare la complessità di installazione per aumentare la “facilità di utilizzo” dell’utente.

 

Concludendo dobbiamo ancora ritenere necessaria una importante azione dei tecnici installatori anche in questo passaggio di tecnologia. A differenza dello switch-off tra Tv analogica e digitale dei primi anni 2000 oggi l’installazione non può essere affrontato solo come TV ma deve sempre ricercare una integrazione verso altre reti. La necessità di accesso a piattaforme multiple nel modo più facile possibile è fortemente correlata alle capacità dei tecnici di integrare reti in modo sempre più aperto e trasparente. Grande stimolo per una evoluzione professionale di progettisti e installatori.

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