Sviluppo dei sistemi di Home Automation

9/9/2014 10:41:14
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Sviluppo dei sistemi di Home Automation
Lo sviluppo di sistemi di Home & Building Automation ha raggiunto in Italia la piena maturazione. I potenziali utenti sono sempre più consapevoli del valore che un’integrazione impiantistica e funzionale crea in termini di sicurezza, comfort, risparmio energetico e facilità d’uso. Contemporaneamente anche i costruttori edili mostrano un maggior interesse verso la “domotica”, vista come organo propulsore alla crescita di valore dell’immobile e motivo di aumento della competitività della propria offerta.

Le possibilità in tal senso sono molteplici ed in continuo sviluppo. Sistemi di illuminazione intelligenti che attivino soltanto all’occorrenza i corpi illuminanti, sensori di temperatura e umidità per raccogliere dati necessari all’ottimizzazione dei sistemi di termoregolazione, etc… sono alcune delle soluzioni per mezzo delle quali aumenta il livello di comfort e al contempo si riducono i consumi energetici. La “domotica” gioca un ruolo fondamentale anche nell’assistenza alla persona: monitoraggio dell’attività di soggetti all’interno di un edificio, sopporto ad anziani e disabili ed, in caso di necessità, segnalazioni di allarme.

In più non si deve sottovalutare come la proposta di queste soluzioni appaia sempre più accattivante, sia come semplici automazioni sia come sistemi con funzioni avanzate e livelli di integrazione elevata. Difatti, se vero che nel recente passato le tecnologie domotiche hanno trovato sbocchi prevalentemente in installazioni di lusso (anche per la scarsa diffusione di informazioni sui reali vantaggi di tali impianti), oggi giorno l’evoluzione tecnologica e la conseguente riduzione dei costi rende ormai accessibili queste tecniche a una crescente parte della popolazione.
Cerchiamo di capire il motivo di questa globale diminuzione dei prezzi. Se infatti da un lato troviamo una maggiore concorrenza tra gli attori che operano in questo mercato, d’altra parte c’è una importante pressione verso i produttori per spingerli a ridurre i loro margini di guadagno. Di sicuro, però, l’artefice principale che ha influenzato l’abbattimento dei costi di questi sistemi di automazione è l’irrefrenabile invasione del mercato da parte di oggetti quali smartphone e tablet PC. Ciò che i consumatori desiderano è infatti la semplicità di utilizzo; troppe interfacce da gestire confondono. Per questo l’utente predilige interfacce semplici, meglio se touch-screen: quindi non più prodotti specialistici e costosi ma oggetti di uso comune per l’accesso alle applicazioni in locale o da remoto. E’ questo che alla fine rende la domotica molto più accessibile facendo diventare di uso comune il termine “home automation” e dandogli un significato comprensibile ad un numero sempre maggiore di possibili acquirenti.

Anche la migliore consapevolezza in materia di risparmio energetico funge da traino per i sistemi domotici. Ci sono leggi che prevedono una “Certificazione energetica” per le abitazioni e norme che consentono di determinare quantitativamente l’efficienza ed il risparmio energetico dovuto all’applicazione dei sistemi di automazione negli edifici. Ad esempio, tramite i criteri descritti nella norma UNI EN 15232 (CEI 205-18), è possibile valutare, già durante la fase di progettazione, il risparmio derivante dall’applicazione dei diversi gradi di automazione degli impianti. Si definiscono in essa varie classi di efficienza che corrispondono al livello di automazione installato: Classe A (Alta efficienza), Classe B (Automazione avanzata) , Classe C (Automazione standard), Classe D (Senza automazione). Così, la semplice connessione, in un sistema domotico, di termostati elettronici, oltre a garantire funzionalità aggiuntive, si concretizza in un ragguardevole risparmio energetico (si parla di un riduzione dei costi reali pari al 25-30% rispetto ad una soluzione di tipo “tradizionale”).
Inoltre, la recente norma CEI 64-8/V3 ha definito 3 livelli nell’impiantistica delle abitazioni descrivendo il numero e la tipologia dei componenti richiesti per poter certificare il livello degli impianti. Il Livello 3 prevede la domotica con l’integrazione di almeno 4 funzioni tra: antintrusione, controllo carichi, gestione comando luci, gestione temperatura, gestione scenari, controllo remoto, sistema diffusione sonora, rilevazione incendio, sistema antiallagamento e rilevazione gas.
Per capire come il mercato si muove sull’onda del risparmio energetico, è interessante esporre il risultato di uno studio commissionato da Assodomotica (Associazione di soggetti pubblici e privati interessati alla divulgazione della cultura di integrazione delle tecnologie). Prima di tutto è bene precisare che Assodomotica individua quattro segmenti di mercato per gli impianti domotici. Il primo, quello delle “applicazioni avanzate”, riguarda abitazioni estese e residenze di pregio che richiedono un progetto personalizzato, che coinvolge, oltre all'installatore, il progettista e l'architetto. La seconda fascia riguarda invece gli impianti realizzati dall’installatore direttamente sull’utente finale. Il terzo segmento è quello dei cosiddetti “impianti base” forniti a capitolato dalle imprese costruttrici. L’ultimo è destinato, con applicazioni specifiche, ad anziani e disabili. Ebbene, in base all’indagine di mercato accennata sopra, le fasce che stanno crescendo maggiormente sono quelle degli impianti avanzati e degli impianti di base; per questi ultimi, una forte spinta è data proprio dalla crescente sensibilità verso il risparmio energetico.

E’ scontato il fatto che per sviluppare nel migliore dei modi questo mercato sia imprescindibile la corretta diffusione del know-how sulle tecnologie digitali e sull’integrazione dei sistemi. L’interazione tra tutti gli addetti ai lavori, siano essi “system integrator”, installatori, o produttori di tecnologie deve confluire in uno scambio di esperienze e conoscenze che consentirà di indirizzare al meglio le opportunità del mercato.
In fatto di standardizzazione la direzione più logica è quella di una “interoperabilità tra i sistemi” non attraverso un protocollo universale valido per produttori ed applicazioni che, dati gli enormi interessi economici in gioco, è di difficile attuazione, bensì verso la possibilità di scegliere tra sistemi fra loro comunicanti attraverso un collettore comune: la rete ethernet e quindi l’Internet Protocol (IP).

Per non perdere di vista l’obiettivo finale, è opportuno precisare il fatto che in commercio si trovano soluzioni domotiche “low-cost” e “fai da te”.
Il termostato “Nest” di Google, progettato dal creatore dell'iPod, ne è un valido esempio: permette di regolare la temperatura della casa tramite una “App” da scaricare sullo smartphone o sul tablet. “Nest” si auto-programma imparando le abitudini dell’utente, consentendo così del risparmio sui consumi energetici.
Per chi invece è intenzionato ad investire in termini di sicurezza (in Italia il 40% di chi costruisce o ristruttura casa) esistono soluzioni di semplice installazione. Sono reperibili in molti siti di e-commerce delle telecamere wireless economiche, ma non per questo povere di funzioni. Sono per lo più dotate di “motion detection” con cui rilevano movimenti o rumori sospetti, ed in alcuni casi trasmettono non solo immagini video in streaming ma inviano anche SMS o email per notificare un evento. Se dotate di altoparlante, danno anche la possibilità di far sentire la propria voce a distanza.
In termini di illuminazione si possono acquistare, ad un costo contenuto, lampade led che permettono di personalizzare l’illuminazione di casa tramite smartphone e tablet regolando la luminosità e creando luce di qualsiasi colore.
Interagire e comunicare con chiunque si presenti alla porta di casa è possibile anche quando si è fuori dalla propria abitazione impiegando un comune smartphone da abbinare, attraverso la tecnologia IP, a sistemi Videocitofonici wireless.
Accendere, spegnere e valutare i consumi di qualunque dispositivo o automatismo della casa non è più un problema se si dispone della “App” giusta sul proprio telefono e di prese che si servono di una tecnologia senza fili per connettersi al Web.
Vista così, la “domotica fai da te” appare come la scelta più ovvia, in termini di costi, benefici e semplicità d’uso. Eppure presenta dei limiti rispetto al più costoso sistema professionale. Si può parlare di sicurezza inadeguata, di scarsa privacy, di protezione dei dati sensibili degli utenti non certa, di possibile vulnerabilità dei sistemi informatici, etc. Tutti problemi che diventano ancor più evidenti nel momento in cui, ad esempio, si smarrisce il telefono.
In secondo luogo quello che manca realmente è l’ossatura del sistema. Non c’è uno scheletro, una struttura portante, che faccia da collante per tutti i dispositivi che pertanto non sono in grado di colloquiare tra di loro: per controllare più dispositivi serve scaricare, installare e soprattutto imparare ad usare, tante applicazioni diverse. C’è quindi una stratificazione tecnologica complessa con nessun livello di “interoperabilità” e non si può in questi casi parlare di “sistema integrato”. Sistema che, semplificando le infrastrutture di trasporto, fornisca funzionalità crescenti e sempre più evolute prescindendo dalla tipologia di interfaccia utente utilizzata.